Manetone fu un sommo sacerdote del Tempio di “Eliopoli”, nel III secolo avanti Cristo. Autore di un’ opera andata perduta, ma tramandata dagli scritti posteriori di altri storici. Scrivendo della civiltà egizia, la classificava in tre precise ere: la più antica, Zep Tepi appunto, che si concludeva con il regno di Horo, figlio di Iside ed Osiride. La seconda: “dei semi-dei o spiriti dei defunti”, servitori e successori di Horo; ma nelle trascrizioni è andato perduto il termine esatto che la distingueva. Ed infine il periodo storico che apriva la dinastia dei faraoni, con Menes all’ inizio.
"...alla fine fu il principio di ogni cosa..." Citazione di 6000 anni fa (civiltà dei Sumeri?)
Nel libro di Horst Bergmann e Frank Rothe, intitolato il codice delle piramidi, gli autori sostengono una retro-datazione dei colossi di GISA, attraverso l’analisi di numerosi testi antichi, alcune citazioni conosciute, e calcoli conseguenti. L’ ipotesi, anche se poco condivisa dai soliti accademici, pone una domanda essenziale che è questa: ma cosa accadde realmente su questa terra 10.500 anni fa? Nell’ epoca chiamata appunto da Manetone: Zep Tepi? La data naturalmente è molto approssimativa perché quando si indaga così indietro nel nostro passato, senza alcun riferimento sicuro, non si può essere altro che molto approssimativi. Ma la sostanza rimane. Peccato che anche questo libro, viste le buone premesse, “scivoli dopo sul bagnato”, come tutti i libri che appartengono a questo tipo di letteratura, ma che appassionano sempre molti lettori di questo genere. Sono spesso due gli scenari conclusivi ai quali si affidano questi tipi di autori: il primo, come fanno Bergmann e Rothe, di arrampicarsi su gli specchi per dimostrare una precisa relazione tra sfinge, piramidi, ed altri monumenti sparsi su tutta la terra, con le stelle del nostro firmamento. “…la sfinge punta verso quella stella, la piramide verso l’altra, Stonehenge era un osservatorio stellare….e via dicendo…”. Le loro certezze? Una miriade di calcoli molto soggettivi, pieni di riferimenti forzati e voluti di proposito, senza nessuna conferma scientifica…(.) A questo loro atteggiamento paradossale rispondo con una mia osservazione:
“La casa in cui abito attualmente, posta su una delle numerose colline che circondano la città di Firenze, presenta il suo ingresso principale in direzione perfetta verso la stella di Venere. Una bussola giroscopica mi conferma l’osservazione. Da una finestra del mio studio, di notte, quando il cielo è sereno, si inquadra molto bene “il piccolo carro” con tutte le sue stelle. Lo si può fare ad occhio nudo, senza utilizzare nessun telescopio. Mi guardo intorno, all’esterno, e vedo che numerose case coloniche presentano le stesse caratteristiche: ingresso in direzione Venere, finestra sul piccolo carro. Pertanto mi domando: “quante case coloniche edificate in tutta la campagna fiorentina presentano le stesse caratteristiche? E quante ville? E quanti palazzi storici? Ed i monumenti dove li mettiamo?”. Non ho tempo, voglia, ed interesse di mettermi a contarli tutti, ma se scrivessi: senz’ altro più di dieci! la mia affermazione sarebbe da considerare probabile o improbabile? Giudicate voi…..(.) Ora, sempre come esempio, immaginiamo che tra 5000 anni, arrivino dei ricercatori, con la stessa mentalità (fasulla) di questi scrittori, e scrivessero: “..alcuni fiorentini, 5000 anni fa, abitavano in case coloniche edificate con l’ingresso principale verso la stella di Venere, ed una finestra verso il “piccolo carro”” . Tutto vero, niente da obiettare…ma per tutti noi, che viviamo in questo momento, sarebbe un po’ come se affermassero: “..che quando l’ acqua è molto calda, brucia..”. E sempre immersi nella loro ovvia banalità, se nessuno non li fermasse prima, potrebbero continuare a scrivere: “…che altre case coloniche erano orientate verso la stella di “Orione”; ed altre ancora verso il segno zodiacale degli imbecilli! Che c’è ma non si vede!”.
Il secondo scenario molto sfruttato da questi autori di racconti improbabili -la letteratura fantastica è cosa molto seria. Leggi: Lovercraft- consiste sempre ad una improbabile connessione con il mitico regno di “Atlantide”. Su Atlantide è stato scritto tutto e il contrario di tutto. Peccato che non sia mai stata scoperta. Neppure una monetina….(.) Comunque: mai dire mai! Può anche essere esistita: e per quale motivo dovrei sostenere il contrario, appurato che non l’ ho mai vista? Peròo, finchè non sarà ritrovata, almeno per buon gusto e buon senso, un po’ di silenzio intorno non guasterebbe. Ma infatti, questa categoria di “magliari della letteratura spicciola” appena si sono accorti che Codici (Da Vinci), egiziani, e atlantini non tirano più (vendite) si sono tutti riversati su improbabili civiltà aliene, che provengono da pianeti misteriosi posti in lontanissime galassie, lontane milioni di anni luce (almeno in questo mica stupidi, perché se scrivessero in galassie vicine, con i telescopi che abbiamo oggi a disposizione, potremmo vedere dove abitano…) e che da sempre visitano il nostro pianeta. I più spregiudicati tra loro arrivano a sostenere: “…che numerosi extra-terrestri vivono già in mezzo a noi….” Bene dico io: “..altri extra-comunitari senza permesso, da aggiungere alla lista!”
..l'uomo è composto dal 90% di acqua, ed il 10% di batteri...
Sgomberato il campo da tutte queste cialtronerie, ritorno volentieri a Manetone, ed alla sua -per definizione- Zep Tepi: l’era primordiale della civiltà dell’uomo. Almeno come la chiamava lui. L’argomento è serio perché confortato dal riferimento preciso su alcuni reperti, iscrizioni, citazioni, e scritte su tavole di argilla; come ed anche testimonianze riscontrabili su altri testi redatti in epoche posteriori. Lo ripeto: sempre e comunque con molta prudenza, perché indagare sul nostro passato è molto più difficile che immaginare il nostro futuro. Vediamo per quale motivo.
Tutte le religioni di questo mondo (273 ufficiali) hanno un punto in comune, e cioè che la creazione dell’universo, delle cose visibili ed invisibili, del nostro pianeta, e poi dell’uomo, siano state volute da più Dei. Per le religioni più “giovani” da un unico Dio. E qui bisogna chiarire subito un punto e cioè che la cosi dette religioni “monoteiste” ( ebraica, cristiana, protestante, islamica, ed altre) che credono solo nell’esistenza di un Dio, in realtà credendo anche alla forza opposta del male, che ha libertà di agire e contrastare il bene voluto da Dio, e quindi, in modo molto implicito, ammettono anche l’esistenza di un altro dio: “il signore del male”. Ma alla fine nessuna chiarisce se il male (come principio e forza) sia nato da una dissociazione del bene rappresentato da Dio che è unico, oppure che sia sempre esistito (volontà autonoma) come Dio appunto. Neppure la Teologia dogmatica riesce a sciogliere questo nodo, per cui la Verità unica (volontà di Dio) non può essere la sola, perché se fosse l’unica, avrebbe sconfitto subito il male, proprio per rimanere verità unica ed assoluta. Pertanto l’uomo, dalla sua stessa genesi (creazione) si trova nel mezzo, in questa continua lotta tra il bene ed il male. La religione cattolica -diversamente da tutte le altre- si regge solo su questo punto: “..e cioè che l’uomo e libero di scegliere tra il bene ed il male: il famoso “libero arbitrio”; ma in realtà questo non è possibile per lui, perché di fatto non può partecipare al mistero del bene e del male, perché non lo conosce. La volta che ci provò (Adamo mangia questa mela) Dio lo punì, ma non lo scacciò -come molti ignorantemente credono- dal giardino terrestre di “EDEN”. Ed è proprio sulla tentazione promossa dal diavolo che crolla tutta la libertà dell’uomo, perché avendo sempre vissuto nel bene (grazia di Dio) fino a quel momento, non poteva distinguere il bene dal male, non poteva essere geloso o invidioso del suo Dio, perché non conosceva il male; e quindi, tutto quello che riteneva di fare lo esercitava pensando di fare del bene. Il fatto che tutto questo avvenisse vicino, tramite, o per complicità con Eva, non modifica la sostanza. Vedremo in seguito come la materializzazione e la distinzione del bene e del male sulla terra, sia un puro atto di “convenienza” esercitato dall’uomo, e non certo una conseguenza legata alla sua fede.
Le religioni “più nuove” sono quelle che ebbero origine dalla spaccatura del mondo cristiano (Martin Lutero) dette Protestanti. Seguono per anzianità la cattolica, la cristiana, l’ebraica e quella musulmana. Al di là del loro numero e della loro genesi, le religioni molto più antiche non possono essere dualistiche (bene e male) perché per “cultura del loro tempo” non potevano immaginare ciò che non esisteva. Infatti i loro dei si comportavano proprio come gli uomini: mangiavano, si vestivano, e si accoppiavano per fare i loro figli. La mitologia greca, visto che è più vicina a noi (secoli) ci rappresenta bene il concetto. E furono proprio i filosofi greci che elaborarono una teoria esistenziale che non è mai stata superata e che diceva: “dei eravamo e dei vogliamo tornare ad essere, e questo è l’unico motivo della nostra esistenza”. Soltanto nell’ottica di questa definizione si salva la spiritualità intrinseca dell’uomo, perché il suo spirito (parte di esso) lo ha ereditato dal suo Dio. Dagli altri dei la altre cose….(.) Pertanto, le religioni “più giovani”, monoteiste (in realtà dualistiche, come abbiamo visto) se volevano sopravvivere ed espandersi, dovevano “dichiarare guerra” a quelle più “antiche” considerandole pagane, idolatriche, mitologiche. E lo fecero. Ma non fu una guerra impugnando armi, bensì distruggendo, ed in altri casi modificando e manipolando, i testi più antichi, con particolare riferimento a quelli ritenuti “sacri”.
Nota – Nonostante tutti gli sforzi compiuti, non riuscirono mai a smentire un fatto riscontrabile, leggendo alcuni testi “sacri”, e cioè che quando Dio creò l’ uomo, la terra era già abitata dagli uomini. A tale proposito, ricordo due fatti esemplari: Il primo, di quando il principe David, con un colpo di fionda, riuscì ad abbattere il gigante Golia. Chi erano i giganti? Da chi erano stati creati? Il secondo ricordando di quando Caino, dopo aver ucciso Abele, fu segnato da Dio sulla fronte, affinchè tutti lo potessero riconoscere, aggiungendo la biblica frase: “..nessuno tocchi Caino, altrimenti sarà punito sette volte sette..”. Questo pronunciamento fatto da Dio, ci fa comprendere che Adamo, Eva, Abele (morto) e Caino, non erano i soli ad abitare la terra. E chi erano questi uomini? E chi li aveva creati? In seguito, sempre sulla Bibbia si può leggere, che Caino, dopo aver ucciso Abele, si rifugiò nel Paese di “Loth”; prese moglie ed ebbe tre figli, iniziando così la stirpe dei “Cainiti”. Domanda: “…da dove proveniva la moglie di Caino?..” Pertanto, almeno su questo punto, le religioni più antiche avevano ragione nel sostenere che la terra era abitata da popoli diversi tra loro, e non da un uomo solo.
Altro punto in comune di tutte le religioni è il fatto di sostenere che la loro verità, innconfutabile, viene presa a piene mani dai testi antichi che per definizione vengono ritenuti sacri, e quindi inviolabili. Poi, ognuna di esse, ha la facoltà di scegliere e di decidere quali siano quelli giusti e quelli sbagliati, per arrivare infine a decidere quale debba essere la propria “religio”. Non scomodiamo Dio o dei per così poco, e andiamo dritto al fatto come viene presentato. Come lo vedo io, senza alcuna irònia, è un po’ come dire che prima si scrivevano cose vere (sacre) e poi si è smesso di farlo….! Ma siccome non siamo certi neppure di questo, sono loro a decidere ciò che è giusto e ciò che è contrario, distinguendo appunto ciò che è sacro da quello che è profano. Difficile accettare questa realtà. Le reazioni umane sono note: o fuga verso una mistica orientale, intesa come riscoperta di valori passati (filosofie orientali, misticismo, buddismo-ecc) oppure un netto rifiuto (ateismo).
Il mondo cambia, muta, e si trasforma in ogni momento. E’ una legge naturale: inviolabile. L’uomo (umanità) è assoggettato a questa continua trasformazione, e di conseguenza il suo pensiero si modifica in ogni epoca. Dal momento che questa terra è abitata da sempre da popoli diversi tra loro (etnìa, cultura, fede, religione, ecc.), ogni processo di trasformazione (evoluzione) caratterizza mutamenti diversi tra loro. Visto che il pensiero dell’uomo è generato nella sua mente dalle parole, anche le parole subiscono questi cambiamenti (significati). Faccio alcuni esempi. Prendiamo il termine sacrificio. Nel nostro lontano passato questa parola indicava un atto sincero, puro, e nobile, che l’uomo compiva verso il suo dio, sacrificando un vitello, una capra, o quanto possedeva di importante, per propiziarsi la benevolenza di quel dio. Oggi, la stessa parola ha cambiato completamente significato: “…povero il mio Andrea, che sacrificio deve fare ogni giorno, per sopportare il suo capo-ufficio!…” Oppure: “..che sacrificio fare la spesa tutti i giorni!..” Quante volte ci capita di sentire espressioni simili. Il fare un sacrificio è degenerato nel subirlo. Lo stesso vale per la parola “ateo”. Questo termine lo determinarono i Greci (300 a.c.) per indicare gli ebrei del loro tempo, che adoravano un solo Dio. Per i Greci era impossibile immaginare una realtà con un solo dio, visto che ne avevano numerosi, e che si auto-riproducevano, proprio come gli loro, generando figli. Oggi questa parola è usata da certi individui che si auto-definiscono “atei” e cioè non credenti nella presupposta esistenza di un Dio. E per molte persone “ateo” vuol dire non credente. Ma non è così. Infatti se consideriamo la moderna filologia, qualsiasi negazione afferma il suo contrario! Negando l’esistenza di una cosa, devo partire dal presupposto che esista, altrimenti come faccio a negarla? Posso negare il “nulla”? Pertanto chi si auto-definisce “ateo”, quando non fa la figura del “sempliciotto” assolve in pieno la dimensione del coglione….(!). Ma uno solo. Lo stesso vale per la parola “mito”…..”Andrea sei un mito! Carla sei grande: sei un mito! Ecc.” Quante volte ci capita di sentire anche questo tipo di espressioni, e nel senso comune del termine consideriamo la parola “mito” come un complimento. Ma non è proprio così visto che il sinonimo di “mito” è “falso”. E quindi la “mitologia” una sequenza razionale di falsità. Infatti il termine “mito” serviva a squalificare qualsiasi credenza politeista. Potrei continuare con numerosi esempi ma ormai penso che il concetto sia chiaro, e cioè: “che ogni termine trova il suo reale significato nel momento in cui viene definito. Prima e/o dopo, può subire solo trasformazioni (degenerazioni). Nel peggiore dei casi, “manipolazioni”, come presto vedremo a proposito del nostro antico passato. “Zep Tepi” è ancora là e ci sta aspettando. Sono passati appena 8.000 anni, forse 10.500. Ancora un po’ di pazienza e forse ci arriviamo.
L’ uomo, se vuole evolversi, è quasi costretto a modificare il suo pensiero; di conseguenza anche tutti i suoi pre-concetti. La “morale” assolve in pieno il suo ruolo quando li contiene. Pertanto, anche le definizioni del “bene” e del “male” subiscono nel tempo le naturali trasformazioni. Gli esempi non mancano. Torniamo per un attimo nell’ antica Roma. I primi cristiani erano dei “sovversivi” perché minavano le basi dell’Impero. E non lo facevano impugnando armi: peggio! Con il noto “proselitismo” dicendo ai romani di credere in un solo Dio, e di liberare tutti gli schiavi, perchè gli uomini, al cospetto del Signore, erano tutti uguali. Concetto oggi più che condivisibile, ma ai tempi di Roma Imperiale, non poteva essere considerato “un bene”. Quindi, se Nerone li faceva arrestare e qualcuno di loro finiva nell’arena tra le sue tigri ed i suoi leoni, era considerato da tutti “un bene”. “Male” sarebbe stato se non lo avesse fatto. La storia ci fornisce numerosi esempi. Napoleone, Garibaldi: “eroi o assassini?” E Mussolini, Hitler, e Stalin? E’ più che naturale che la gente si divida su ogni questione, proprio perché ha tutta una idea sua di come debba essere interpretato il concetto di “bene” e di male”. Indipendentemente da ogni riferimento e credo religioso. Essenzialmente la storia dell’ uomo è questa.
Ho cercato di far emergere i numerosi aspetti che un argomento così complesso comporta. Ora bisogna considerare che tutte le volte che una tavoletta di argilla con iscrizioni, qualsiasi reperto archeologico, testo scritto, disegno (ideogrammi/geroglifici) e quanto altro appartenente al nostro lontano passato, è divenuto oggetto di interesse e studio, ha subito inevitabilmente, molteplici trasformazioni: nei contenuti, forma e significato. Pertanto, per capire un testo scritto 5000 anni fa, dovrei conoscere il pensiero corrente degli uomini di quel tempo: il che è impossibile! Inoltre, qualsiasi traduttore, ricercatore, studioso serio ed accreditato, esperto, tentasse di farlo, finirebbe sempre per essere un “filtro” tra la realtà di quel tempo e la nostra. Tutto questo senza nulla togliere alla serietà, impegno, intelligenza e buona fede, di tutti i ricercatori di questo mondo. “Zep Tepi” è là e si mostra come crediamo possa essere, ma così non è. Questa, purtroppo, è la sua realtà.
Conclusione. Nonostante tutte le difficoltà che abbiamo visto, una semplice riflessione possiamo anche “azzardarla”: sempre con molta prudenza. Eccola qua: “..per quale motivo Manetone distingue la seconda era chiamandola: dei semi-dei o spirito dei defunti? Forse, se i secondi erano semi-dei…i primi non potevano essere che dei! E quindi furono gli dei ad abitare la terra durante Zep Tepi, e non l’uomo. Ecco cosa può essere accaduto 8000-10.500 anni fa. Questa ipotesi ci farebbe recuperare numerosi testi antichi che parlano di questo evento. Un grande ricercatore (giudizio personale) lo ha fatto, arrivando a risultati finali sorprendenti. Quasi trent’ anni si serio, duro, ed incessante lavoro; con una raccolta di dati, verifiche, scoperte, e riscontri, di carattere prettamente scientifico. In seguito, quasi tutti gli scrittori di questo genere di cose, hanno attinto a piene mani alle sue numerose documentazioni ed al suo imponente lavoro. Per quale motivo non è conosciuto dal grande pubblico? Per due semplici motivi: il primo perché è un autore “scomodo” per aver ridicolizzato il lavoro di numerosi “esperti”, segnalato veri imbrogli sul tema, scoperto e denunciato numerose manipolazioni. Il secondo motivo è dato dal fatto che è uno scrittore “pesante”: leggerlo e seguirlo è veramente difficile; e presuppone di avere una discreta conoscenza di numerose discipline di carattere tecnico e scientifico. E’ per questo che il suo pubblico è molto ristretto. Il suo nome è Zecharia Sitchin. Il suo primo libro dal titolo: “Il pianeta degli dei” venne pubblicato nel 1989. In seguito ha pubblicato altri 4 volumi, noti collettivamente come “Cronache della terra”. A questo punto chi avesse voglia di approfondire può farlo. Viceversa, chi legge per ingannare il tempo e rilassarsi, è bene che dedichi la sua attenzione ad altri tipi di letture.
Testo protetto da copyright – vietata ogni riproduzione, anche parziale, senza la autorizzazione scritta dell’ Autore. FI – 03.10.2011 –
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